Bhakti Yoga è uno dei quattro principali sentieri dello yoga descritti nella Bhagavad Gita e in altri testi sacri indiani per giungere alla conoscenza della coscienza divina e realizzare il proprio sé.
È definito come il “sentiero della devozione”, un percorso spirituale che si basa sull’amore puro e sulla devozione senza condizioni verso una forma di Dio.
È consigliato soprattutto a chi si lascia trasportare dalle sue emozioni e ha bisogno di focalizzare la mente su pensieri più elevati, spostando l’attenzione verso il Divino.
In questo articolo scopriamo le caratteristiche di questa forma di yoga, le sue origini e i suoi benefici.
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ToggleCom’è nato il Bhakti Yoga?
Il Bhakti Yoga risale alla tradizione vedica e se ne parla anche in alcuni poemi epici indiani come il Ramayana e il Mahabharata.
Il primo è un poema antichissimo, redatto in sanscrito e composto da più di 24.000 strofe, che propone lezioni di vita applicabili ad ogni contesto.
Il Mahabharata, affidato originariamente ad una trasmissione solo orale, è stato modificato nel corso dei secoli e comprende la Bhagavad Gita.
Nella Bhagavad Gita, in particolare, Krishna sottolinea come la devozione e l’amore puro possano condurre alla liberazione. Questo può avvenire sviluppando un cuore libero da desideri e attaccamento per poter seguire il Divino.
Il Divino può essere un Dio come Krishna, un maestro spirituale o gli insegnamenti di un libro di scritture, purché si tratti di qualcosa di puro da seguire con devozione e consapevolezza.
Quali sono i principi del Bhakti Yoga?
Nel capitolo sette della Bhagavad Gita, Krishna parla della coscienza divina che pervade l’universo, un principio costante che va oltre la vita e la morte e che permette la creazione del mondo manifesto.
Tale manifestazione è rappresentata dai tre gunas, qualità che appartengono ad ogni oggetto e persona:
- Tamas è l’ignoranza, la stabilità, la resistenza al cambiamento che porta pigrizia;
- Rajas è movimento, trasformazione e cambiamento, crea desiderio ed ego;
- Satva porta pace, equilibrio saggezza e dà la direzione alla vita, dà la sensazione di appagamento della vita.
Tutte e tre ci influenzano e sono chiamate anche illusioni perché in qualche modo oscurano la visione del nostro vero sé. L’idea dello yoga è proprio quello di andare oltre questo velo di illusione.
Chi decide di praticare il bhakti yoga lavora soprattutto per lasciare da parte ogni forma di ego e aspettativa, fondendosi con Dio che è in ogni cosa e in ogni persona.
Perché ciò accada pratica la recitazione di mantra o canti e preghiere per focalizzare la mente. Inoltre, si dedica agli altri riconoscendo in ognuno il divino, per coltivare un senso di unità e connessione.
Quali benefici porta il Bhakti Yoga?
La pratica costante del Bhakti Yoga offre numerosi benefici in quanto può portare a una profonda trasformazione personale.
Aiuta infatti a lasciare andare ogni attaccamento materiale e a vivere in armonia con gli altri sviluppando un cuore pieno d’amore puro e compassionevole.
Inoltre, il sentirsi connessi con il proprio Sé genera un liberatorio senso di pace.
Come si pratica?
Le pratiche non contemplano posizioni yoga o esercizi di respirazione, ma la recitazione di mantra o di canti, lo studio dei testi sacri e la meditazione Ajapa Japa, che abbina l’osservazione del respiro alla ripetizione di una mantra e la pratica dei mudra. È, inoltre, ritenuto fondamentale anche nutrirsi consapevolmente.
Queste pratiche permettono di prendere coscienza delle proprie emozioni e trasformarle in devozione.
Il Kirtan Yoga
Tra le pratiche del bhakti yoga c’è il Kirtan Yoga.
Kirtan, in sanscrito kirtana, significa cantare e lodare il divino attraverso la recitazione di mantra, generalmente si ripetono nomi del divino, abbinati alla musica per creare una risonanza interiore che mira ad aumentare la vibrazione energetica.
Il Kirtan è un concerto a “chiamata e risposta” dove musicisti e partecipanti sono tutti seduti a terra e, cantando insieme, generano un’unica voce e danno vita ad un’atmosfera unica.
Può essere eseguito da una sola persona o in gruppo, non è necessario essere praticanti di yoga. Durante la pratica chi conduce intona un mantra e chiede ai partecipanti di ripeterlo allo stesso modo, guidando tutta l’esperienza di meditazione. Il mantra può avere una durata variabile a seconda della persona o del gruppo coinvolti.
Il Kirtan ha come elemento chiave la musica che riesce a catturare ed è in grado di far placare il flusso dei pensieri. Inoltre, quando si pratica in gruppo, le vibrazioni di ciascun componente risuonano anche negli altri e rendono ancora più coinvolgente e potente la pratica.
Si tratta quindi di una tecnica che mira a calmare la mente e a rendere disponibili energie capaci di condurci proprio infondo a noi stessi.
Conclusione
Il Bhakti Yoga rappresenta uno dei percorsi per raggiungere lo scopo dello yoga: l’unione con il divino che è in noi.
Questo sentiero ci ricorda che, qualsiasi sia la sfida che affrontiamo, possiamo rivolgere la nostra completa attenzione all‘amore divino, affidandoci ad esso. Secondo il Bhakti Yoga colui che entra in questa connessione con Dio non conosce la sofferenza.
Gli altri sentieri sono: il Karma Yoga, ossia lo yoga dell’azione senza attaccamento, il Raja Yoga o yoga della meditazione, lo Jnana Yoga o yoga della conoscenza.
Possiamo scegliere il sentiero più vicino alla nostra natura, ricordando che i sentieri non sono slegati, anzi, è utile, in alcuni momenti, arricchire il proprio viaggio con altre forme di yoga che ci consentano di raggiungere sempre maggiore consapevolezza.
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Ultimo aggiornamento 2025-02-07 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API