L’ikebana, l’antica arte giapponese della disposizione dei fiori, è molto più di una semplice pratica estetica.
Ha oltre mille anni di storia e rappresenta una splendida fusione di culture e filosofie diverse, che insieme hanno dato vita ad una forma d’arte profondamente simbolica e spirituale.
In questo articolo esploriamo le radici storiche dell’ikebana, i suoi diversi stili e scuole di pensiero, e come questa arte può essere una pratica di meditazione che aiuta a trovare equilibrio interiore e armonia.
Contenuti
ToggleLa storia dell’ikebana
Origini e prime influenze
La parola ikebana (生け花) in giapponese è composta da “ike” (生け, vivere) e “bana” (花, fiori) e si traduce letteralmente con “fiori viventi” o “lasciare in vita i fiori”.
Nasce dalla tradizione buddista di omaggiare l’immagine del Buddha con fiori, piante vive e composizioni anche molto grandi chiamate Rikka (立花), un termine che significa letteralmente “fiori eretti”.
Queste composizioni erano utilizzate per adornare gli altari e simboleggiavano la transitorietà della vita e la bellezza della natura.
L’ikebana inizia a diffondersi in Giappone intorno al 550 d.C., assorbendo influenze da Cina, India e Corea e diventando una pratica diffusa soprattutto tra le classi agiate e i religiosi. Queste influenze sono evidenti nella complessità e nella simbologia delle composizioni floreali, che rispecchiano la filosofia buddista e i concetti di armonia e equilibrio.
Nel corso del tempo, l’ikebana subisce varie trasformazioni. Nell’undicesimo secolo, ad esempio, subisce le influenze dello zen e della filosofia dei samurai. Queste pratiche minimaliste ed essenziali liberano l’ikebana dagli orpelli, rendendola ancora più simbolica fino a diventare un vero e proprio rituale sacro all’interno della cerimonia del tè.
Le composizioni diventano più semplici e naturali, enfatizzando l’essenzialità e la purezza dei materiali utilizzati. L’ikebana zen riflette i principi del wabi-sabi, che trova bellezza nell’imperfezione e nella transitorietà.
Sviluppi successivi
Nei secoli successivi, l’ikebana si rafforza e contemporaneamente si apre alla modernità, assumendo anche connotati di arte moderna e d’avanguardia.
Nel periodo Edo (1603-1868), nuove scuole di ikebana emergono, ciascuna con il proprio stile e le proprie tecniche. La forma diventa più accessibile, diffondendosi tra le varie classi sociali e non solo tra i nobili e i samurai.
Durante l’era Meiji (1868-1912), con l’apertura del Giappone all’Occidente, l’ikebana integra nuovi elementi e stili, abbracciando la sperimentazione e l’innovazione.
Oggi troviamo questa arte in ogni angolo del mondo, con infinite forme e rappresentazioni, tutte volte all’esaltazione della natura e dell’essenza dell’essere.
L’ikebana moderna si adatta ai tempi e alle culture diverse, mantenendo sempre la sua connessione profonda con la natura e il suo significato spirituale.
Stili di ikebana
Nel tempo l’ikebana ha sviluppato diversi stili, che a loro volta hanno dato vita a vere e proprie scuole di pensiero:
- Rikka (立花): richiama la parola komorebi, che significa “luce del sole che filtra tra le foglie in primavera”. Questa forma pre-ikebana nasce nella forma di semplici vasi votivi donati al Buddha con boccioli di loto e foglie. Nel tempo, il Rikka si trasforma in costruzioni di paesaggi imponenti, riservati a religiosi, nobili e samurai. Questo stile rappresenta la bellezza maestosa della natura e i suoi elementi vengono disposti in modo da creare una rappresentazione ideale del paesaggio naturale. Rimane la forma più diffusa per tre secoli, entrando a far parte delle scenografie del teatro No e nel Kabuki.
- Nageire (投げ入れ) o Heika (瓶花): letteralmente “buttato dentro”, rappresenta la bellezza della casualità e della semplicità. Questo stile si diffonde anche tra le classi meno agiate, rendendo l’ikebana accessibile a un pubblico più ampio. Il Nageire entra di diritto nella cerimonia del tè, diventando parte integrante di essa. Le composizioni Nageire sono spesso preparate in vasi leggeri di ceramica o legno, e l’approccio spontaneo permette di esprimere la bellezza naturale senza rigide strutture formali. Questo stile riflette un’armonia casuale e una libertà espressiva che cattura l’essenza della natura.
- Shoka (生花) o Seika (正花): significa “inizio d’estate” o “fiore puro”. È l’innovazione più moderna del Rikka, che ne semplifica forme, dimensioni e materiali e favorendo la spontaneità. Lo Shoka conserva la triangolarità tipica dell’ikebana e gioca con numeri dispari, creando composizioni che rispettano l’equilibrio tra cielo, uomo e terra. Questo stile utilizza spesso vasi di bronzo e ceramica alti ed è molto usato nei templi. Lo Shoka si concentra sulla purezza e l’essenza dei materiali, mantenendo un aspetto sereno e contemplativo che invita alla riflessione e alla meditazione.
- Moribana (盛り花): significa “insieme di fiori”, nasce alla fine dell’Ottocento quando il Giappone si apre all’Occidente. I mercati vengono invasi da nuovi contenitori, forme e materiali particolari, dando nuova vita all’ikebana. Questa scuola, la più moderna e ancora oggi la più rappresentata, utilizza contenitori bassi e grandi per rappresentare angoli di natura, riproducendo in piccolo quello che si ritrova nei giardini. Il Moribana permette una maggiore libertà creativa e sperimentazione, integrando elementi moderni e tradizionali per creare composizioni che riflettono il paesaggio naturale in modo armonioso e bilanciato. Questo stile è particolarmente apprezzato per la sua versatilità e capacità di adattarsi a diversi contesti e ambienti.
L’essenza dell’ikebana
Semplicità
Uno dei principi fondamentali dell’ikebana è la ricerca della semplicità, che mira a far risaltare le curve, i colori e le forme della natura.
Questa semplicità non è sinonimo di banalità, ma piuttosto di un’eleganza sottile e raffinata che esalta la bellezza intrinseca di ogni elemento naturale. Ogni ramo, fiore o foglia è scelto con cura per la sua forma unica e la sua capacità di comunicare un senso di equilibrio e tranquillità.
Lo scopo della semplicità nell’ikebana risiede nel togliere il superfluo per rivelare la vera essenza delle piante.
Asimmetria e triangolo irregolare
Un altro pilastro di questa pratica è il concetto di asimmetria.
Nell’ikebana, tutto ciò che è troppo simmetrico è considerato privo di fascino. L’asimmetria crea un dinamismo visivo che cattura l’attenzione e stimola l’immaginazione.
Infatti, la forma a cui si ispira è il triangolo irregolare, che rappresenta il cielo (天, ten), l’uomo (人, jin) e la terra (地, chi). Questi tre elementi sono sempre presenti nelle composizioni e rappresentano la connessione tra l’universo, l’umanità e il mondo naturale.
Yin e yang
In questa pratica è riflesso il principio delle energie opposte ma complementari di yin e yang, l’armonia del movimento che crea qualcosa di sempre in divenire e mai statico.
Il giorno e la notte, la luce e l’ombra, la vita e la morte. Nell’ikebana questo concetto si traduce nell’equilibrio tra elementi opposti, come la robustezza e la delicatezza, il vuoto e il pieno, il movimento e la quiete.
Questo equilibrio dinamico infonde vita alla composizione, rendendola un riflesso dell’universo in miniatura.
L’importanza del vuoto
Un altro principio essenziale dell’ikebana è il ma (間), che può essere tradotto come “spazio” o “intervallo”.
In ikebana, il vuoto è altrettanto importante quanto il pieno.
Gli spazi vuoti all’interno di una composizione non sono semplici assenze, ma attivi partecipanti che creano ritmo e respiro.
Il vuoto permette agli elementi di dialogare tra loro, conferendo alla composizione una sensazione di leggerezza e apertura. Questo concetto è strettamente legato alla filosofia zen, che vede il vuoto come fonte di possibilità e creatività.
Natura e stagionalità
L’ikebana è profondamente legato ai cicli naturali e alla stagionalità.
Ogni stagione offre una varietà unica di piante e fiori, e l’arte dell’ikebana riflette e celebra questi cambiamenti. Le composizioni sono spesso create per rispecchiare l’essenza della stagione in cui vengono realizzate, utilizzando materiali che sono al loro apice in quel momento.
Questo accorgimento non solo mantiene viva la connessione con la natura, ma incoraggia anche un’apprezzamento più profondo per la transitorietà e la bellezza effimera della vita.
Ikebana e filosofia del Tao
Come abbiamo visto, una regola a cui si rifà l’ikebana è il Tao, un concetto che esprime il movimento del cosmo in un’alternanza di pieno e vuoto. Questo movimento ciclico racchiude la forma ternaria di cielo-uomo-terra, dove l’individuo sta al centro, sorretto dalla terra e nutrito dal cielo. In questo modo, egli è unito al cuore del “tutto” ed è il mediatore tra la dimensione spirituale e quella terrestre.
Nell’ikebana, la mano umana che crea la composizione è guidata dalla stessa forza che fa crescere la pianta e genera vita. L’artista crea il proprio piccolo universo vegetale e riproduce il ciclo completo della creazione, lo sbocciare della vita e il suo dissolversi, tutto ciò che si lega e si scioglie.
Ikebana come forma di meditazione
Praticare l’ikebana è una forma creativa di meditazione. Richiede osservazione, attenzione, immaginazione, profondità di sentimento e amore per la natura.
Coordinare la propria respirazione, andare alla ricerca dei componenti naturali e osservare il mondo con l’occhio interiore sono tutte azioni benefiche che questa antica arte ci dona. Con la sua fusione di arte e spiritualità, ci offre un modo unico per connetterci con la natura e trovare equilibrio interiore.
Ikebana e sostenibilità
Un aspetto sempre più rilevante dell’ikebana contemporaneo è la sua attenzione alla sostenibilità ambientale. Molti artisti di ikebana oggi adottano pratiche eco-compatibili, utilizzando materiali naturali e locali, riciclando elementi e promuovendo un approccio rispettoso dell’ambiente.
Questo impegno verso la sostenibilità riflette una consapevolezza crescente dell’importanza di proteggere il nostro pianeta e di vivere in armonia con la natura.
Conclusione
L’ikebana è un viaggio verso l’armonia con la natura. Attraverso la disposizione dei fiori, ci invita a riflettere sulla bellezza effimera della vita e sull’importanza dell’equilibrio tra gli opposti.
Incoraggio tutti a esplorare l’ikebana, a sperimentare con fiori e rami, e a scoprire la gioia e la serenità che questa antica arte può portare nelle nostre vite. Non è solo un modo per abbellire i nostri spazi, ma una via per coltivare la nostra anima e il nostro spirito, creando un ponte tra l’uomo e la natura che risuona con profondità e grazia.
Scopri l’arte dell’ikebana al nostro ritiro zen
L’ikebana sarà solo una tra le tante attività del nostro ritiro “L’arte del silenzio interiore” il 28 e 29 settembre.
Esploreremo pratiche zen rilassanti e rigeneranti che ci porteranno a ritrovare il contatto con il momento presente, per una profonda esperienza di tranquillità e pace interiore.
Una risposta
Grazie di cuore 💞,infinite benedizioni per te che sempre ti doni con grande amore.