Continua la nostra serie sulle divinità induiste: oggi parleremo di Indra, il re dei deva e il signore delle tempeste.
Indra occupa una posizione di prestigio nella mitologia induista, essendo una delle divinità più celebrate e riverite sin dai tempi antichi: nonostante nell’induismo più moderno sia passato in secondo piano rispetto a divinità come Brahma o Shiva, occupa una posizione di rilievo nel pantheon induista ed è ancora considerato come signore degli dèi.
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ToggleChi è il dio Indra
Indra, dal sanscrito इन्द्र, è il dio dell’ordine e della giustizia: divinità importantissima nella mitologia induista, nella tradizione vedica è considerato il dio della pioggia, del tuono e del fulmine, responsabile di portare fertilità alla terra attraverso le sue tempeste benefiche.
Viene descritto come un guerriero valoroso e molto bellicoso, dotato di una potenza ineguagliabile e capace di sconfiggere anche i nemici più temibili: viene spesso raffigurato con un fulmine nelle mani (il vajra, uno strumento rituale il cui nome vuol dire sia “fulmine” che “diamante”) a cavallo di Airavata, l’elefante bianco divino dalle quattro zanne e sette proboscidi.
Indra è noto soprattutto per la sua forza e il suo coraggio.
Associato alla guerra e alla vittoria, tra le altre doti che gli vengono attribuite quello più rimarcato è il suo valore come guerriero: più di una volta ha combattuto e sconfitto vari demoni malvagi portatori di disordini, e la sua vittoria più famosa è sicuramente quella contro Vritra, un Asura malvagio che causò rovina e disgrazia agli uomini.
Sempre raffigurato come virile e di bell’aspetto, sebbene in molte scritture venga descritto come fosse solito ubriacarsi sempre prima di una battaglia e del suo amore per le donne che spesso lo portavano ad atti di infedeltà verso la sua consorte, è considerato una divinità saggia e giusta.
Le origini di Indra
Le origini di Indra non sono propriamente chiare: alcuni testi indicano come nasca da Brahma insieme ad Agni, mentre altri lo indicano come figlio di Dyaus (il cielo) e di Prithvi (la terra) e per questo che viene associato alle forza della natura e al regno divino.
Nonostante ciò la sua presenza è molto radicata nella mitologia vedica, dove emerge come una delle divinità più antiche e soprattutto potenti: nel Rig Veda, uno dei quattro testi vedici più antichi, Indra è la divinità più nominata in assoluto in quanto re degli dèi: il suo nome significa letteralmente “Signore”, presiede quindi tutte le celebrazioni e le cerimonie divine e sono ben duecentocinquanta i canti a lui dedicati, più di qualsiasi altra divinità di pari importanza.
Sicuramente tra le divinità più venerate di tutto l’antico pantheon induista, sebbene oggi non venga considerato al pari di altre più importanti come Shiva, Indra rimane nella mitologia un eroe invincibile in grado di scacciare qualsiasi male infesti il mondo.
Airavata, l’elefante
Quando viene rappresentato attraverso statue o dipinti, Indra è spesso a cavallo di un elefante bianco con quattro zanne e sette proboscidi: questa creatura mitologica è considerata la cavalcatura celeste di Indra e si chiama Airavata.
Esattamente come Indra, ci sono varie leggende e testi su come Airavata nacque: alcune affermano che nacque dal canto che Brahma intonò sulle uova covate da Garuda, un’altra divinità.
Altri testi dicono che sua madre sia Iravati, mentre altri ancora narrano di come sia nato nel Kshira Sagara, il mitologico oceano di latte dove risiede Vishnu insieme alla sua consorte Lakshmi.
Airavata è associato alla pioggia e alle tempeste, forse proprio per la sua correlazione con Indra: con le sue proboscidi aspira l’acqua nel sottosuolo e poi, rilasciandola nell’aria, genera le nuvole da cui Indra poi farà cadere pioggia e fulmini. Si dice sia anche a guardia di Svarga, la dimora celeste di Indra.
Nelle rappresentazioni artistiche e nelle cerimonie religiose, Airavata è spesso mostrato come parte integrante dell’iconografia di Indra: la sua presenza ne sottolinea la natura celeste e regale ed è proprio a cavallo di Airavata che Indra sconfisse Vritra.
Inoltre, grazie al colore bianco splendente, Airavata è considerato un simbolo di purezza e di saggezza nell’induismo: la sua presenza accanto a Indra rappresenta la forza combattiva del dio unita alla saggezza e alla giustizia.
Il culto di Indra
Nelle antiche scritture vediche, Indra è spesso invocato nelle preghiere e nei rituali per ottenere protezione e giustizia ma anche prosperità e vittoria sui nemici.
Oltre che nell’induismo, Indra è menzionato anche in altre tradizioni religiose dell’Asia orientale come ad esempio il buddismo, dove Indra è a capo di uno dei sei regni del Samsara, i regni della rinascita.
In particolare, quello da lui presieduto è considerato uno dei regni dove finiscono le persone che hanno seguito una retta via. Nella tradizione buddista può assumere anche il nome di Sakra ed è venerato come un protettore della dottrina buddista e un alleato dei praticanti spirituali.
In quanto divinità di fulmini e tempeste, viene spesso associato ad alcune divinità occidentali come Odino e Zeus in quanto entrambi sono a capo (o padri addirittura) delle altre divinità dei rispettivi pantheon. Si trovano molte similitudini soprattutto con Zeus e al loro amore verso le donne.
Conclusione
Indra ha molti punti in comune con altre divinità sia orientali che occidentali.
Come re degli dei e signore delle tempeste, incarna la potenza e la maestà divina, rappresentando al contempo giustizia e protezione, ma anche forza e ferocia da invocare in battaglia.
Indra è più di una divinità guerriera: è simbolo di giustizia, della lotta contro il malvagio, della tempesta violenta e della pioggia generosa. Nonostante sia anche una divinità molto volubile, amante di alcol e piaceri della carne, rimane sinonimo di giustizia ed equilibrio.
Rappresenta un importante punto in comune tra le numerose religioni dell’Asia, sottolineando come tutte abbiano delle radici comuni. La sua figura misteriosa continua tutt’oggi ad essere oggetto di studio, soprattutto a causa dei molti punti oscuri o discordanti che sono stati tramandati sulle sue origini.
Ascoltare e comprendere le storie di Indra ci permette di apprezzare la profondità e la complessità della cultura vedica e delle sue influenze, offrendoci allo stesso tempo spunti preziosi sulla natura umana e sulla ricerca universale di ordine e giustizia nel caos del mondo.