La meditazione può portare a stati di coscienza alterati?

La meditazione è davvero sicura? O ci porta a dissociarci dal nostro corpo e dalla realtà? Esploriamo gli studi che parlano degli stati di coscienza alterati sperimentati da chi medita.
meditazione e stati di coscienza alterati

Sempre più persone cominciano a meditare per ridurre lo stress, per migliorare la concentrazione o per favorire un senso di calma interiore.

Sono sempre felice di vedere questo genuino interesse verso una pratica che può davvero cambiare la vita – ma, come spesso accade con ciò che “va di moda”, accanto al fascino della meditazione stanno cominciando a nascere anche alcune preoccupazioni.

Recentemente leggo molti articoli che riportano uno studio condotto dall’Università di Cambridge nel 2015, nel corso del quale alcuni ricercatori hanno esplorato l’ipotesi che la meditazione, in particolare la pratica della mindfulness, possa portare a stati di coscienza alterati.

Questi stati, che includono esperienze come dissociazione o percezioni insolite, sono stati osservati in alcuni praticanti avanzati o in coloro che praticano meditazione intensiva per periodi prolungati.

Ho già scritto un articolo sugli effetti negativi della meditazione, ma qui voglio entrare più nello specifico. Ho deciso di approfondire l’argomento degli stati di coscienza alterati per capire come e quanto la meditazione possa diventare “pericolosa” per la mente umana.

Cosa sono gli stati di coscienza alterati?

Cominciamo facendo un po’ di chiarezza: di cosa parliamo quando ci riferiamo agli “stati alterati” di coscienza?

Principalmente sono condizioni mentali in cui una persona percepisce il mondo e sé stessa in modo diverso rispetto al normale stato di veglia.

Possono includere sensazioni di distacco dal corpo, dissociazione, percezioni sensoriali amplificate o alterate e una percezione del tempo diversa dal solito. Queste esperienze possono verificarsi in molti contesti, come il sonno, i sogni, l’ipnosi o l’uso di sostanze psicoattive.

Gli studi sugli stati di coscienza alterati

donna medita da sola su una montagna

Gli studiosi hanno scoperto che, sebbene i benefici della meditazione siano ben documentati, esiste la possibilità che in casi rari e particolari alcuni praticanti sperimentino dissociazione, depersonalizzazione e altre esperienze insolite come visioni o percezioni alterate.

Lo studio dell’Università di Cambridge citato nell’introduzione aveva proprio l’obiettivo di esplorare in che modo la meditazione mindfulness potesse influenzare gli stati di coscienza. Per farlo i ricercatori hanno coinvolto un gruppo di partecipanti, alcuni dei quali meditatori esperti, mentre altri erano neofiti della pratica. Ai partecipanti è stato chiesto di seguire un percorso di mindfulness, praticando regolarmente la meditazione sotto supervisione.

Durante il corso dello studio i ricercatori hanno utilizzato una combinazione di strumenti qualitativi e quantitativi per monitorare gli effetti della meditazione sui soggetti. Questi strumenti includevano questionari psicologici, interviste approfondite e, in alcuni casi, la misurazione dell’attività cerebrale attraverso tecniche di neuroimaging come la risonanza magnetica funzionale (fMRI).

I risultati dello studio hanno mostrato che, sebbene la meditazione mindfulness porti generalmente a un aumento del benessere psicologico, in un piccolo sottogruppo di partecipanti (principalmente quelli più esperti o coinvolti in meditazioni prolungate), sono stati osservati stati alterati di coscienza. Questi stati includevano sensazioni di distacco dal proprio corpo o dalla propria identità, ma erano episodi temporanei e si risolvevano spontaneamente.

A sostegno di queste osservazioni, un altro studio pubblicato su PLOS ONE nel 2014 ha indagato fenomeni simili in meditatori esperti, scoprendo che solo una minoranza di partecipanti ha sperimentato stati alterati.

Le condizioni più comuni per l’insorgere di tali stati sono legate a pratiche di lunga durata o a meditazioni svolte in ambienti particolarmente intensi, come i ritiri silenziosi.

Per la maggior parte dei praticanti, specialmente quelli che si dedicano a sessioni brevi (meno di 30 minuti), questi rischi sono quasi inesistenti.

È quindi fondamentale differenziare tra la meditazione quotidiana a bassa intensità, praticata per migliorare il benessere generale, e le forme avanzate di meditazione che richiedono una guida esperta e un contesto specifico per evitare effetti indesiderati. La maggior parte dei meditatori, infatti, non sperimenta stati alterati, soprattutto se la meditazione viene affrontata in modo graduale e con un’intenzione chiara.

La meditazione quotidiana

donna medita a casa davanti a una finestra

Chi ha seguito i miei corsi sa bene che sono una grande sostenitrice della continuità piuttosto che della durata della meditazione (ovvero, è meglio meditare pochi minuti ogni giorno che farlo per mezz’ora una volta alla settimana).

Non è solo per stabilire un’abitudine, ma anche perché è la modalità migliore per la maggior parte delle persone.

Contrariamente a quanto potrebbero far pensare alcuni articoli allarmistici, meditare regolarmente per brevi periodi non comporta alcun rischio significativo di incorrere in stati alterati di coscienza. Come abbiamo visto, gli studi che esplorano questi stati insoliti li riscontrano su meditatori avanzati o su coloro che dedicano diverse ore al giorno a pratiche intense e spesso durante ritiri in condizioni isolate.

La meditazione quotidiana può essere praticata in modo sicuro anche da chi è alle prime armi. Prenderci 5-10 minuti al giorno per concentrarci sul respiro, rilassare la mente e osservare i pensieri non solo non porta a stati dissociativi, ma ha dimostrato di ridurre lo stress, migliorare la salute mentale e favorire un senso di benessere generale.

Inoltre, la meditazione quotidiana non richiede un impegno eccessivo: bastano pochi minuti al giorno per ottenere benefici tangibili. A differenza di pratiche avanzate come il Kriya yoga, la meditazione di base e la mindfulness si concentrano semplicemente sull’osservazione del momento presente, senza la necessità di immergersi in stati profondi di coscienza.

Per chi inizia è importante avvicinarsi alla meditazione con aspettative realistiche, comprendendo che i benefici arrivano gradualmente e che non è necessario spingersi troppo oltre i propri limiti. La meditazione quotidiana è uno strumento potente, ma deve essere usata con equilibrio e, soprattutto, come un modo per riconnettersi con il presente, non per sfuggire alla realtà.

Meditazione come strumento, non scappatoia

donna sorride mentre medita

La meditazione è spesso vista come un rifugio dalla frenesia della vita quotidiana, un momento di pausa dalle preoccupazioni e dalle pressioni. Ed è vero che può offrire sollievo e una profonda sensazione di pace, ma è essenziale comprendere che la meditazione non deve essere utilizzata come una scappatoia dal mondo o dai problemi personali.

Al contrario, la sua vera forza risiede nell’aiutarci a confrontarci con la realtà in modo più consapevole e presente.

Molte persone che si avvicinano alla meditazione per la prima volta lo fanno con l’idea di “spegnere” la mente o fuggire dai pensieri negativi. Ma la meditazione è uno strumento per osservare questi pensieri, per prenderne coscienza senza esserne sopraffatti.

Non si tratta di evitare la vita, ma di imparare a viverla con maggiore consapevolezza e accettazione. Quando usata in modo equilibrato, la meditazione ci aiuta a sviluppare una maggiore resilienza emotiva e a gestire le difficoltà con lucidità, piuttosto che fuggire da esse.

Conclusione

La meditazione, quando praticata con costanza e consapevolezza, non è una fuga dai problemi o un modo per evitare la realtà, ma una strada che ci porta a vivere ogni istante con maggiore chiarezza e presenza.

Sebbene alcuni studi abbiano evidenziato la possibilità di stati di coscienza alterati, questi sono eventi rari e legati a pratiche molto intense. Per la stragrande maggioranza di noi, meditare quotidianamente per pochi minuti è un’esperienza sicura e profondamente benefica. È un’opportunità per coltivare la calma, la resilienza e la gioia di essere presenti a noi stessi, qualunque cosa la vita ci riservi.

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Ultimo aggiornamento 2024-10-03 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API

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