Nel precedente articolo sulle cinque ferite abbiamo analizzato le connessioni fra le ferite da rifiuto e da abbandono e i chakra. Abbiamo parlato anche delle maschere che utilizziamo per non provare il dolore che la ferita genera.
Le maschere sono, infatti, il nostro modo di affrontare la vita mediato dalle convinzioni che ci portiamo dietro dall’infanzia. Prendendone consapevolezza possiamo identificare quello che realmente ci fa star male e finalmente guarire le nostre ferite. Riprendiamo dunque ad analizzare le ferite da ingiustizia, umiliazione e tradimento.
Contenuti
ToggleFerita da ingiustizia
Chi ha questa ferita sente la necessità di vivere in un mondo privo di dolore, tende a bloccare la sua sensibilità ed è molto rigido verso sé stesso, un perfezionista.
Fare una scelta è sempre complicato e soprattutto è difficile portare avanti le proprie idee senza soffrire di sensi di colpa. La paura più grande è quella di essere trattati con freddezza. Si prova questa paura quando ci si sente criticati.
La reazione dell’ego è quella di dire che sei imperfetto, che hai agito male.
Terzo e sesto chakra
Per la ferita da ingiustizia i chakra bloccati sono Ajna (sesto chakra) e Manipura (terzo chakra).
L’energia di Ajna purifica la mente e consente un risveglio anche degli altri chakra, per arrivare ad acquisire consapevolezza di chi si è veramente.
Manipura è il chakra del potere personale, che agisce sulla fiducia in noi stessi per cominciare un percorso di consapevolezza delle proprie reali capacità.
La virtù da utilizzare è la giustizia, ossia la facoltà di elaborare regole che garantiscano lo sviluppo della convivenza nel quadro di un comune bene collettivo. Le potenzialità da sviluppare sono il lavoro di gruppo, la leadership e la cooperazione.
Le convinzioni che limitano l’agire sono legate alla paura di non essere apprezzati. Per questo la cura per questa ferita è agire assecondando i nostri bisogni interiori, ossia mostrare la nostra sensibilità e concederci di avere dei limiti.
Ferita da umiliazione
La ferita da umiliazione fa provare vergogna dei propri desideri e azioni. Con questa ferita, si ha l’impressione che tutti ci giudichino.
La reazione dell’ego è quella di spronarci ad ascoltare le necessità degli altri, dedicarci solo a loro senza tener conto dei nostri bisogni e farci carico di loro a discapito della nostra libertà, indossando la maschera del masochista.
Quinto chakra
Il chakra collegato è Vishuddha (quinto chakra), il centro energetico che governa la comunicazione: l’ascolto degli altri, di noi stessi e il modo in cui ci esprimiamo.
Quando questo chakra non è equilibrato la comunicazione appare più difficile: si fa fatica ad esprimere le proprie idee, opinioni, ci si sente insicuri.
Occorre quindi cercare di porre più attenzione al nostro corpo per percepire i segnali che ci manda e al contempo riconoscere le nostre emozioni per poter poi imparare ad esprimerci senza più paura, lasciando spazio alla nostra creatività.
La virtù sulla quale agire è la temperanza, ossia la facoltà di governare gli eccessi, di moderarsi a favore dell’equilibrio.
Le convinzioni che ci limitano sono del tipo: “non so esprimermi in modo chiaro”, “non sono capace di valutare le situazioni”, mentre le azioni potenzianti devono tendere all’autoregolazione, quindi all’autodisciplina, cercando di controllare le nostre emozioni ed azioni.
In questo caso, le qualità da sviluppare sono:
- La prudenza, ossia l’atto di riflettere prima di agire considerando anche le conseguenze a lungo termine delle nostre azioni, imparando dagli errori.
- Il perdono, ossia utilizzare l’empatia anche con la persona ci ha fatto del male, lasciando andare per poter dare un’altra opportunità.
- L’umiltà di valutare sé stessi correttamente, tenendo conto dei propri limiti.
Ferita da tradimento
La ferita da tradimento si attiva quando nella vita si presenta un qualunque rischio di separazione o rottura.
La reazione dell’ego è quella di farci prendere il controllo della situazione o dell’altra persona.
La paura della separazione ci fa indossare la maschera del controllore.
Settimo chakra
Il chakra collegato è Sahasrara (settimo chakra). Se questo chakra è squilibrato si fa fatica a fidarsi della propria intuizione.
La virtù sulla quale agire è proprio la trascendenza, ossia la facoltà umana di sentirsi connessi con gli altri e con qualcosa che sia altro rispetto a sé stessi.
Ciò che può limitare sono le convinzioni “non mi fido delle mie idee”, “non mi concedo di sbagliare”, per questo occorre agire su azioni potenzianti che riguardano:
- La spiritualità, ossia la capacità di dare un significato alle cose della vita attingendo ad una dimensione universale.
- La gratitudine, esprimendo un profondo senso di ringraziamento per i doni ricevuti dalla vita e dagli altri.
- L’umorismo, per vedere anche il lato divertente e leggero delle situazioni-
- L’apprezzamento della bellezza e la speranza, per coltivare la fiducia nel futuro.
Riassunto delle cinque ferite
In questi due articoli abbiamo quindi visto i chakra e le maschere collegate alle 5 ferite:
- Rifiuto – Muladhara/Svadisthana – Fuggitivo
- Abbandono – Manipura – Dipendente
- Ingiustizia – Ajna/Manipura – Rigido
- Umiliazione – Visuddha – Masochista
- Tradimento – Sahasrara – Controllore
Ogni maschera ha un collegamento con uno o due chakra, situati in una specifica parte del corpo.
La connessione con noi stessi passa, in effetti, anche attraverso il nostro corpo e sicuramente lo yoga può essere considerato una delle pratiche più efficaci per accedere a questa connessione, risvegliare i centri energetici individuati dai chakra e iniziare a lavorare sulla consapevolezza di sé.
Lettura consigliata
Ultimo aggiornamento 2024-09-14 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API