Oggi scopriremo tutti i segreti e benefici della posizione del loto, il nome con cui comunemente ci riferiamo a Padmasana, l’asana più conosciuta al mondo ed il più largamente utilizzata per praticare la meditazione zazen.
Esistono centinaia di forme e tecniche di meditazione, eppure quando si pensa ad una persona che medita non si può fare a meno di immaginarla nella classica posizione del loto. Perché?
Il motivo è molto semplice: alcuni elementi alla base delle posture di meditazione vengono impiegati in tutto il mondo e in tutte le culture al fine di calmare la mente e adattare il corpo al processo meditativo. La posizione del loto, tipica della meditazione zen, è quella che riassume e concentra questa varietà di tecniche nel modo più semplice ed essenziale, il che la rende perfetta per diverse pratiche, dallo yoga alla meditazione, ed è il motivo della sua larghissima diffusione. In questa guida scopriamo il suo scopo, le sue origini ed i passi per eseguirla correttamente.
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ToggleCos’è la posizione del loto e quali sono le sue origini
La posizione del loto è una asana che affonda le sue origini nell’antica India. Il suo nome originale è Padmasana, che deriva dalla combinazione delle parole sanscrite “padma” (loto) e “asana” (posizione), e si deve alla somiglianza simbolica con un fiore di loto, associato alla stabilità fisica e spirituale.
Le sue caratteristiche principali sono le gambe incrociate e ogni piede posto sulla coscia opposta, mentre braccia e mani possono assumere diverse posizioni. Lo scopo della posizione del loto è la perfetta stabilità del corpo e i benefici fisici che se ne traggono sono moltissimi. In particolare:
- Migliora la circolazione negli organi pelvici
- Riduce la pressione sanguigna e nel lungo termine migliora la digestione
- Tonifica i muscoli della schiena ed aumenta la flessibilità di quelli delle gambe
Shiva, il Dio ascetico dell’induismo, e Siddhartha Gautama (Buddha), il fondatore del buddismo, sono quasi sempre rappresentati nella posizione del loto.
Come eseguire correttamente Padmasana, la posizione del loto
È importante precisare che quando si assume questa posizione non si dovrebbe mai provare dolore, in nessuna fase dell’esercizio, in quanto sarebbe un chiaro segnale di un’esecuzione scorretta o di una preparazione non adeguata. Le ginocchia sono una parte molto delicata del nostro corpo, per questo motivo non vanno sforzate eccessivamente, né va sottovalutata la fase della loro piegatura.
Per chi è alle prime armi, oppure non ha una particolare flessibilità negli arti inferiori, riuscire a mantenere la Padmasana per più di pochi secondi al primo tentativo e senza sforzi potrebbe risultare molto faticoso, per questo motivo l’approccio che consigliamo a chi ha appena iniziato è quello di andare per gradi, partendo da un corretto riscaldamento degli arti e dalle varianti meno impegnative del Padmasana, per poi gradualmente arrivare ad assumere la posizione del loto completa con la giusta preparazione e senza nessuna fatica.
Ecco i passi da seguire per riuscirci:
La preparazione
Chi è abituato a stare seduto su sedie o poltrone potrebbe sentirsi un po’ intimidito dal concetto di seduta a terra – al contrario degli orientali non siamo stati educati fin da piccoli a questa pratica, e le nostre anche si sono adattate alle sedie. Per questo motivo, prima di esercitarvi ad eseguire la posizione del loto, vi consigliamo di procurarvi un cuscino da meditazione che vi supporti. Ne esistono in varie forme e colori, e se avete intenzione di praticare con costanza yoga o meditazione è un investimento assolutamente consigliato per il vostro benessere fisico e per la salute di muscoli e ossa.
Potete anche utilizzare un cuscino del vostro letto o divano, ma fate molta attenzione a regolarlo correttamente per supportare il vostro peso senza causarvi dolore.
Infine, assumere la posizione del loto richiede molta attenzione per le articolazioni di ginocchia e caviglie, quindi preparatele massaggiandole delicatamente per un paio di minuti.
L’esecuzione
- Sedetevi sul pavimento, su un tappetino in Dandasana, ovvero tenendo la schiena eretta, con le gambe distese in avanti e le braccia lungo i fianchi;
- Per rilassare l’articolazione delle spalle, nella posizione in cui siete, inspirate e, dopo aver trattenuto per un po’ il respiro, espirate lentamente. Ora siete pronti per il passo successivo.
- Con la mano sinistra, afferrate il piede destro e portatelo lentamente verso la coscia sinistra, fino ad appoggiarlo sopra di essa. Successivamente afferrate con la mano destra il vostro piede sinistro e portatelo sulla coscia destra. Siate molto delicati in questa fase, e se avvertite anche il minimo dolore ricominciate a riscaldare le articolazioni finchè non saranno pronte.
- Ultimo accorgimento, a completamento della postura, riguarda la posizione delle mani.
Assumendo la posizione più comune, detta Jnana-Mudra, portate il vostro polso destro sul ginocchio destro e il polso sinistro sul ginocchio sinistro. I palmi saranno rivolti verso l’alto, mentre l’indice e il pollice vanno a toccarsi formando un piccolo anello. Le altre tre dita dovranno essere distese, in direzione del pavimento.
I praticanti di yoga più esperti sono in grado di mantenere questa posizione anche per tre ore consecutive, ma per iniziare 10 minuti saranno più che sufficienti. Ricordate sempre di interrompere l’esercizio non appena avvertirete dolore, e aumentate gradualmente il tempo di mantenimento della posizione giorno dopo giorno.
Varianti della posizione del loto
Se non ve la sentite di partire subito con la posizione del loto completa, niente paura: esistono altri asana che sono delle varianti molto più semplici da eseguire per prepararvi nel modo migliore. Eccole di seguito:
- Sukhasana o posizione semplice: prevede l’incrocio delle gambe sotto il ginocchio opposto.
- Bhadrasana o posizione del trono: prevede le gambe piegate con le piante dei piedi giunte e le mani appoggiate sulle dita dei piedi in modo da formare una morsa che tiene i piedi uniti.
- Guptasana o posizione del nascondimento: prevede l’incrocio delle gambe con i talloni sovrapposti e le piante dei piedi girate verso l’alto, come a nascondere i genitali.
- Muktasana o posizione della libertà: prevede l’incrocio delle gambe con i talloni sovrapposti.
- Siddhasana o posizione perfetta: prevede l’incrocio delle gambe con i piedi sovrapposti davanti al perineo.
- Svastikasana o posizione della fortuna: prevede l’incrocio delle gambe con i piedi posti dietro il ginocchio della gamba opposta.
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- Ellsworth, Abby(Autore)
Ultimo aggiornamento 2024-11-28 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
2 risposte
Quanto allenamento potrebbe essere necessario?
Intendo generalmente, se si fa esercizio quotidiano per aprire le anche, quanto tempo può essere necessario prima di riuscire a entrare nella posizione?
So che per ogni persona è diverso ma è possibile 6 mesi? 1 anno? Oppure ci vogliono (generalmente) più anni?
La ragazza è mancina?