“Perdonare è difficile.”
Se anche tu trovi che il perdono sia necessario ma estremamente difficile – sia che riguardi una situazione che una persona – questo articolo vuole offrirti un punto di vista diverso.
Forse non c’è un solo modo per intendere il Perdono.
Contenuti
ToggleE se ci fossero altri modi per imparare a perdonare?
Il Perdono di cui tanto si parla e al quale tanto si prova a dare concretezza, può essere finalmente guardato come qualcosa che, invece, dimora già in noi.
Per Dono.
Per fare un Dono: offrire la possibilità di ricominciare.
Per ricevere un Dono: offrendo a sé stesse la pace.
Per offrirsi come Dono, arrendendoci nella nostra interezza.
E per tutto ciò, noi siamo già pronti. Non dobbiamo attendere né forzare alcun processo.
In qualunque momento, ciascuno di noi è già pronto per ricevere un dono o per offrire un dono.
Forse fino ad ora hai contemplato il perdono come un cammino attraverso il quale accettare quello che ti è successo.
Forse hai sentito di aver dovuto sopportare e subire, o ti sei dovuto sforzare eccedendo, andando oltre rispetto al tuo sentire;
Magari sei anche dovuto scendere a patti con te stesso con frasi del tipo: «Va bene, perdono questa persona anche se mi fa male pensarlo».
Se non perdoni, forse sei sbagliato
Forse ti sei sentito sbagliato ogni volta che non sei riuscito a staccarti dalla forma di pensiero di dover far quadrare i conti.
Per esempio sei stato costretto a pensare, talvolta: «Se ottengo questa cosa, allora ti perdono».
Oppure: «Se otterrò questo che tanto bramo, allora perdonerò mia madre». In nessuno di questi casi si stava trattando davvero di perdono.
Il Perdono fluisce come una pioggia diamantata, restituendoti bellezza.
Il Perdono ti lava laddove ti senti in arsura.
Il Perdono ti arricchisce e da quel momento non ti sentirai più in stato di attesa perenne.
Però è giusto imparare a perdonare.
Noi non siamo Dio. Non Perdoniamo i mali e i peccati. Semplicemente dobbiamo disgiungerci dal sacrificio.
Soprattutto dovremmo via via imparare a non catalogare ogni cosa come giusta o sbagliata, buona o cattiva, utile o dannosa. In fondo siamo qui per imparare: per imparare a fare meglio sempre con meno sforzo possibile.
Nella stragrande maggioranza dei casi, ciò che davvero importa è riuscire ad entrare in uno stato di grazia, di amnistia, verso noi stessi. Tutto qui.
Se ci stiamo sforzando, non stiamo offrendo PerDono e non trarremo beneficio e gioia. Né ne daremo alla persona che stiamo cercando di liberare dalla nostra ossessione di indulto.
Esercizio per imparare a praticare il PerDono
Di seguito un breve esercizio pratico che indossa una nuova veste del perdono e che, ci auspichiamo, ti faccia sentire subito meglio.
Se ti senti strattonato dalle troppe responsabilità, se ti senti avido di emozioni, fermati un momento.
Dopo qualche respiro consapevole, pensa alle persone che ruotano nella tua vita, alternandosi nei tuoi pensieri, verso le quali nutri o hai nutrito sentimenti contrastanti. Osservale.
Osservale nell’ordine in cui ti appaiono e pronuncia semplicemente:
“____ (il suo nome), che tu sia felice.”
Alterna i nomi di chi ti circonda a
“Che io sia felice.”
Quindi l’esercizio diventerà più o meno questo:
Carlo, che tu sia felice,
Che io sia felice.
Mamma, che tu sia felice,
Che io sia felice.
Pietro, che tu sia felice,
Che io sia felice.
Fallo con tutte le persone che ti vengono in mente, con ognuna di loro. Più tempo dedicherai a questo esercizio, e per più giorni, più persone ti verranno in mente da includere.
Anche non più viventi, non importa.
Non chiederti “ma perché anche Lei?”. Sei solo uno spettatore, accogli ogni immagine.
Non ci sono regole.
Sole queste parole.
____ Che tu sia felice.
Che io sia felice.
A ruota libera.
Recita questa piccolissima orazione libera da ogni sentimento, senza aspettativa, soprattutto senza alcuno sforzo. In fondo stai solo offrendo un piccolo Dono a ciascuno e a te.
Ritagliati un po’ di tempo per recitare questo mantra per almeno un mese e sentirai il cambiamento che porta nella tua vita.
Nel profondo.
Questi momenti di “Per Dono” creano solchi. Più o meno profondi.
E ti indicheranno la nuova via, vecchi fiumi cambieranno alveo.
Nuovi fiumi inizieranno a scorrere, fino ad un graduale, costante, cambiamento.
Quindi tutto quello che si è detto sul Perdono è sbagliato?
No. Assolutamente no. Tutto ciò che, prima, significava Perdono, è semplicemente da integrare a ciascuna cosa nuova che imparerai su di esso.
Lo sguardo che ti offriamo oggi è semplicemente un’ottica differente, un’angolatura nuova da cui ammirare ogni cosa che ti è successa.
E di come aspettare, senza brama, che ciò che desideri ti venga incontro nella vita.
Senza sforzo, senza affanno, senza sacrificio.
Il Perdono è una conseguenza, non un punto di partenza.
Il Perdono è l’ottenimento di uno stato di grazia, esito e frutto di un percorso di corpo mente e anima.
Perdonare, nella sua radice latina, significa donare senza alcuna condizione.
E siccome è fondamentale donare all’altro, e donarsi, consapevolmente, impara a concentrarti su ciò che di te stai offrendo. Questo è sicuramente uno spunto per ricominciare.
Per Donare senza meno.
Che tu sia felice.
Che io sia felice.
Lettura consigliata
- Vanini, Kira(Autore)
Ultimo aggiornamento 2024-11-28 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
4 risposte
Molto bello, mi è piaciuto molto ciò che hai scritto, grazie!
Grazie a te Sonia per il riscontro.
Per noi è molto importante sapere che gli articoli riescano a esservi di supporto.
Che tu sia felice,
che io sia felice!
Emoji
Daniela
Grazie Daniela,
per questo tuo graditissimo dono. Vedere, sentire, avere un altro modo di perdonare, per costruire pace negli animi.
Trovo sia una delle forme più belle per cambiare armi e guerre in parole d’accoglienza e amore.
ciao Gabriella,
grazie a te per questo riscontro.
Ogni giorno, sul nostro sito, cerchiamo di raccontare, mostrare e condividere tutto quanto ruoti intorno al vivere più zen.
E nella condivisione del perdono in particolare, ci fa molto piacere sapere di essere di aiuto e di conforto.
Che tu sia felice,
che io sia felice.
Daniela