Al giorno d’oggi sentirsi persi è molto comune. Ci si sente soli e spesso vittime delle circostanze, delle aspettative e degli errori che inevitabilmente commettiamo.
Quante volte ti sarà capitato di trovarti davanti ad un bivio nella vita sentendoti incapace di prendere una decisione o sopraffatto dai sensi di colpa per non riuscire a gestire una situazione o un problema.
Molto probabilmente ciò a cui non hai mai prestato attenzione è il tuo rapporto con gli errori e, di conseguenza, la relazione che hai con il “momento presente” .
La filosofia Zen è molto incentrata sul nostro modo di approcciare il tempo e ci ricorda che l’unico momento su cui abbiamo davvero controllo è quello presente, il famoso “qui e ora”.
Il passato non si può cambiare e il futuro è un’entità sconosciuta poiché deve ancora arrivare. Ma “Adesso” esiste ed è nelle tue mani.
Quando commetti un errore, la prima sensazione che ti assale è il senso di colpa.
Ti senti sopraffatto dall’ansia e vuoi subito rimediare. Vuoi scappare da ciò che tu identifichi come “sbaglio”.
Quello che forse non hai mai considerato è che invece di chiamare “errori” o sbagli, potresti definire “fasi” quelli che sono normali incidenti di percorso nella vita di una persona.
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ToggleCos’è il “Percorso”
Qualsiasi esperienza significativa nella vita richiede un percorso.
Una relazione, una professione lavorativa, un processo di cambiamento o una passione.
Per capire come migliorare il tuo atteggiamento di fronte ai momenti più difficili, devi prendere confidenza con un modo di approcciare agli errori che diventerà un’abitudine e un vero e proprio antidoto contro i sensi di colpa.
Un antidoto per i nostri sensi di colpa
Nel momento in cui pensi di aver commesso uno sbaglio o che avresti potuto fare di meglio, fermati e invece di rimuginare sul passato perdendoti nei meandri dei rimpianti e dei rimorsi, fai un respiro profondo e prendi un foglio di carta.
Scrivi o descrivi l’errore in rosso, grande al centro del foglio, in alto. Poi con una penna fai delle frecce come si fa negli schemi e scrivi tutte le fasi e le decisioni prese che secondo te ti hanno portato ad “andare fuori strada”.
Con questo semplice schema ti renderai conto di due cose:
- Gli errori si notano solo a posteriori. Non abbiamo cognizione di dove le nostre azioni ci condurranno né tantomeno delle loro conseguenze.
- Esiste davvero solo il “momento presente”. Quello che facciamo ci sembra sempre la scelta migliore in quel preciso istante.
La “verità” sugli errori
Qualunque sia l’attività o l’esperienza verso cui dirigi la tua attenzione e il tuo impegno, andrai incontro ad una “verità” che potrebbe cambiare per sempre la tua visione degli errori, ovvero che non puoi più sbagliare perché, senza rendertene conto, sbaglierai sempre.
Troppo spesso cerchi di rispondere alle difficoltà pensando a quale potrebbe essere la soluzione migliore. Ti dimentichi delle azioni perché cerchi di risolvere i problemi solo attraverso l’autoanalisi o la riflessione.
Pensare è importante, ma non dovrebbe rimanere un’attività fine a se stessa. L’azione che dà forma concreta alle idee che abbiamo è sempre necessaria per innescare qualsiasi tipo di processo o cambiamento (anche se di tipo interiore).
Inoltre “fare” invece che “pensare” ti farà abituare ad una quotidianità che continuamente rettifica le tue prospettive.
Fai e sbagli, fai e sbagli continuamente, e nel frattempo sei sempre più in linea con i tuoi obiettivi come possono essere quelli di un percorso di studi o con la tua visione, se si tratta di qualcosa di più astratto come ad esempio una relazione.
Ti renderai conto che facendo una scelta dietro l’altra, qualcosa andrà storto ma continuando a “muoverti”, continuando a “fare” senza aspettative di nessun tipo, le cose si aggiusteranno da sole. In automatico.
Facendo sbaglierai e aggiusterai il tiro, per poi sbagliare ancora e riaggiustare.
Questo approccio agli errori è come imparare ad andare in bicicletta: prima cominci con due rotelle, poi con una sola. Tolte entrambe qualche volta cadrai, poi ti rialzerai e continuando a provare ti renderai conto di “starci riuscendo”.
Tre regole per accettare gli errori
- Ricordati di vivere sempre e solo il “qui e ora”. Concentrati sul momento presente, perché è l’unico su cui hai controllo. Il passato non si può cambiare e il futuro è un mistero.
- Gli errori non sono sbagli, ma fasi di un percorso che inevitabilmente ha degli ostacoli. Le fasi sono le conseguenze delle tue azioni prese in buona fede. In quel “passato-momento-presente” ti sentivi di agire in quel modo e non c’è niente di sbagliato se non il tuo attuale giudizio relativo a qualcosa che conosci solo adesso e su cui prima non avevi nessun’idea.
- Presto ti renderai conto che “errori”, “conseguenze” e “successo” sono solo parole con cui si etichettano le fasi di un processo molto più complesso e articolato di così. Continuando a “fare” invece che “pensare” tutto si aggiusterà in automatico poiché a forza di “pedalare”, cadrai e ti rialzerai continuamente ma alla meta ci arriverai lo stesso.
Conclusione
Vivere nel “qui e ora” non è soltanto un concetto, ma un modo autentico di abbracciare ogni sfida e gioia della vita.
Gli errori non sono prove del nostro fallimento, ma piuttosto pietre miliari nel nostro viaggio di crescita.
Attraverso l’adozione di una prospettiva Zen, possiamo apprendere che ogni momento, anche quelli permeati di dubbi o rimpianti, porta in sé un valore inestimabile.
La chiave non è evitare gli errori, ma accoglierli, comprenderli e muoversi in avanti con una rinnovata consapevolezza. E mentre percorriamo questo sentiero, scopriremo che la vera saggezza non risiede nell’essere infallibili, ma nel nostro costante impegno di apprendimento e adattamento.
Letture consigliate
- Eckhart Tolle (Autore)
- Editore: Adelphi
- Autore: Robert M. Pirsig , Delfina Vezzoli
- Collana: Gli Adelphi
- Formato: Libro in brossura
- Anno: 1990
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