La vita è, per sua natura, trasformazione.
Se guardiamo le nostre fotografie negli anni, a parte i cambiamenti fisici, possiamo notare che siamo assolutamente diversi dalla persona che eravamo al momento in cui la foto è stata scattata.
Le esperienze, il tempo che passa, le persone che incontriamo, il dolore, la gioia, tutto ci cambia profondamente.
Questa è l’impermanenza, ovvero la natura transitoria e temporanea di tutte le cose.
Questa condizione, insita nella nostra vita, ci fa soffrire in quanto non è sotto il nostro controllo. Ci dovrebbe far riflettere sull’importanza del singolo istante, di quell’unico momento sul quale possiamo veramente decidere, ossia il momento presente.
Inspirando, mi calmo. Espirando, sorrido.
Dimorando nell’attimo presente, So che è un attimo meraviglioso!– Thich Nhat Hanh
Non è facile affidarsi alla vita, agire senza attaccamento, ma è proprio l’attaccamento che genera tensione mentale e fisica e di conseguenza dolore e sofferenza.
La Bhagavad Gita fornisce insegnamenti preziosi su questo tema.
In particolare, nel secondo capitolo, Lord Krishna spiega ad Arjuna che l’impermanenza riguarda il nostro corpo fisico, ma non la nostra anima (Atman), la cui realizzazione è poi il vero obiettivo della vita.
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ToggleSuperare la paura dell’impermanenza
Siamo sempre concentrati sui nostri desideri, e anche quando riusciamo ad ottenere ciò che vogliamo non siamo mai contenti.
Le nostre aspettative si alzano ancora, la ricerca è continua, e questo diventa un condizionamento mentale senza fine.
I desideri sensoriali e l’ego rappresentano la dimensione materiale che porta proprio a una felicità condizionata, che cioè non esiste se non vengono soddisfatti certi bisogni esterni.
Come possiamo immaginare, questa continua corsa al materialismo nel lungo periodo porta solo sofferenza, perché perdiamo il controllo della situazione e non riusciamo più a trovare la giusta via.
Lo yoga ci aiuta ad essere consapevoli ed esercitarci a raggiungere lo stato della felicità senza condizioni, attraverso la saggezza e la conoscenza di sé per andare oltre i nostri desideri e l’ego.
L’impermanenza ci insegna quindi a rispettare ciò che abbiamo e a dargli il giusto valore.
Praticare la consapevolezza ci consente di accettare la realtà che cambia e guardare dentro e fuori di noi in modo più amorevole, comprendendo che la vita può e deve essere trasformazione.
Imparare a rimanere nel respiro è una pratica molto potente in questo senso, perché rende possibile l’osservazione profonda di ciò che accade dentro e fuori di noi, vivendo nella presenza mentale senza perdersi nulla.
Affrontare il cambiamento
Il cambiamento, se viviamo nel momento presente, non ci fa stare male.
Questo perché abbiamo goduto di quel tempo. E anche guardando quel momento molto tempo dopo, accorgendoci della sua impermanenza, non lo rimpiangeremo perché l’avremo vissuto pienamente.
Se riusciamo a lavorare su questa visione della vita, possiamo anche comprendere meglio il concetto di non attaccamento: non vuol dire non avere a cuore nulla, bensì vivere la situazione pienamente e poi lasciarla andare.
La pace interiore che possiamo provare se riusciamo ad entrare in contatto con questa verità renderà la nostra vita più piena e potremo vivere ciò che ora non riusciamo nemmeno a contemplare, offuscati dai pensieri sul passato e dall’ansia per il futuro. Il vivere qui e ora è l’unica, semplice chiave.
Meditazione della gratitudine
Per ottenere questa pace e superare la resistenza al cambiamento abbracciando l’impermanenza, possiamo utilizzare una meditazione della gratitudine.
La meditazione della gratitudine si concentra sull’esprimere gratitudine per ciò che è presente nella nostra vita: i rapporti con le persone che ci sono vicine, la grandezza della natura, qualcosa di noi stessi che amiamo particolarmente, potrebbe essere la nostra determinazione, o semplicemente il fatto stesso di essere vivi.
Come praticare la meditazione della gratitudine
Inizia chiudendo gli occhi e respirando profondamente. Con ogni respiro, senti la tua mente diventare più leggera e il tuo cuore più aperto. Concentrati su quello che senti in questo preciso istante: il suono del tuo respiro, il battito del tuo cuore, la sensazione dell’aria sulla tua pelle.
Ora, immagina di avere davanti a te un libro, il libro della tua vita.
Ogni pagina è un giorno vissuto, ogni capitolo una fase importante della tua esistenza. Mentre sfogli mentalmente questo libro, soffermati su quei momenti che ti hanno fatto sorridere, su quelle persone che hanno arricchito il tuo percorso, su quelle sfide che ti hanno reso più forte.
Per ogni ricordo che ti viene in mente, esprimi un pensiero di gratitudine. “Grazie per…”, lascia che ogni ringraziamento sia un fiore che pianti nel giardino del tuo cuore. Questo giardino è il luogo dove nulla va perduto, dove ogni esperienza, felice o dolorosa che sia, contribuisce alla tua crescita.
Riconosci che senza questi momenti, senza queste persone, senza queste lezioni, non saresti la persona che sei oggi. La gratitudine ti permette di accettare il passato, di abbracciare il presente e di accogliere il futuro con un cuore aperto.
Mentre continui a respirare profondamente, lascia che questa sensazione di gratitudine si espanda oltre il tuo corpo, oltre la tua mente, raggiungendo ogni parte della tua vita. Sentiti grato per il sole che sorge ogni giorno, per l’aria che respiri, per la possibilità di amare e di essere amato.
Ogni volta che incontri un ostacolo, ricordati di tornare a questo stato di gratitudine.
Non è negando l’impermanenza che troviamo la pace, ma accogliendola con un cuore grato.
Quando sei pronto, apri lentamente gli occhi. Porta con te la sensazione di gratitudine e lascia che guidi le tue azioni. Ricorda, la gratitudine non è solo un sentimento da riservare ai momenti felici; è una forza potente che può trasformare ogni momento della tua vita.
Ogni giorno, trova il tempo per riflettere su ciò per cui sei grato. Questa pratica semplice, ma profondamente trasformativa, ti aiuterà a vivere con maggiore presenza, consapevolezza e apertura al flusso costante della vita.
Conclusione
Il concetto di impermanenza è sicuramente difficile da accettare e integrare nella nostra vita, proprio perché genera timore e insicurezza.
Come abbiamo visto, però, senza cambiamento non c’è vita.
Il ciclo in cui siamo immersi è naturalmente in trasformazione e l’unica cosa che ci è dato di “controllare” è il momento presente, quello in cui possiamo effettivamente agire e dare una direzione a questa trasformazione.
Ciò che ci tiene legati al passato sono i nostri pensieri, i ricordi che possono diventare zavorra e condizionare anche il nostro futuro.
Attraverso la pratica della presenza mentale, aiutati anche dalla meditazione, possiamo liberarci di questi pesi e rimanere aperti al cambiamento, provando un sentimento di gratitudine per ciò che abbiamo.
Per questo è importante integrare la consapevolezza dell’impermanenza nella vita di tutti i giorni aiutati dalla meditazione e dalla pratica dello yoga.
Letture consigliate
- Nhat Hanh, Thich(Autore)
- Vanini, Kira(Autore)
Ultimo aggiornamento 2024-12-03 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
4 risposte
Ciao Adriano grazie per il tuo messaggio che è un interessante invito alla riflessione. In effetti tenere a mente il concetto di impermanenza non è sempre immediato ma è un modo per vivere con maggiore consapevolezza e poterci godere ogni istante senza poi rimpiangerlo. I desideri ci saranno sempre ed è giusto che sia così, quando però ci rendiamo conto che non siamo più capaci di fare a meno di qualcosa forse è il momento di riflettere e tornare a noi.
Salve A.Francesca, da un quarto d’ora sto pensando cosa scriverti…tempo sottratto al qui ed ora.
Mi è passata la voglia di programmare un viaggio in un posto “meditativo”, pensavo di programmare sesso con il mio partner, cosa regalare a mia figlia al compleanno. Acc. quanti pensieri e desideri. Basta! Come dice Ksrna occorre “il distacco dai legami familiari” (A proposito anche Gesù nel vangelo di Marco ho letto rifiutava di vedere madre e sorelle.) Mah!
Da adesso mi prometto di concentrarmi nel presente e respiro, sorrido e respiro… Porc… ma chi mi strattona il maglione..guardo giù e chi è? La mia nipotina che con occhi languidi mi chiede di uscire per comprargli un nuovo giocattolo e anche il gelato. Ecco un’altra che ha inappagabili desideri. Come farò ad insegnarle il non attaccamento, l’impermanenza,a controllare i desideri sensoriali..
A. F.ca ti ringrazio della saggezza che ci offri. Continua così e scusami della sottile ironia :-))
Al solito, illuminante…
Grazie per il tuo commento Luigi, mi fa tantissimo piacere.