Sentirsi sopraffatte è un campanello d’allarme che non va sottovalutato: è sintomo di un conflitto interiore, una dispersione di energia.
Queste situazioni creano il disagio interiore che avvertiamo sotto forma di malesseri vari e spossatezza, ma del quale ci rendiamo spesso conto solo troppo tardi.
Stiamo percorrendo una strada ostinandoci a correre controcorrente, sfidando a tutti i costi noi stessi pur di non ammettere di aver sbagliato direzione?
Crediamo che cambiare idea possa essere sinonimo di debolezza?
Pensiamo di non avere alternative?
A volte rimaniamo in un luogo, una relazione, una situazione pensando che prima o poi qualcosa cambierà, ignorando che questo è proprio quello che non accadrà finché non ci prenderemo noi la responsabilità di farlo.
Per arrivare a questo c’è un percorso da fare e ci sono alcune parole chiave da tenere a mente: sono connessione, consapevolezza e azione.
Queste parole, grazie allo yoga, possono riempirsi di significato e divenire parte del nostro quotidiano come antidoto alla paura di essere ciò che davvero sentiamo e finalmente avere la possibilità di prendere decisioni più autentiche per la nostra vita, uscendo da tutte quelle situazioni che ci lasciano senza energia.
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ToggleLe maestre pioniere dello yoga per la donna
Lo yoga al femminile ha diverse donne pioniere che hanno compreso l’importanza di questa pratica per tutti, ma soprattutto per la donna.
Indra Devi
La prima a portare lo yoga in Occidente fu Indra Devi, una donna straordinaria, che ha dedicato la sua vita all’insegnamento dello yoga e alla sua diffusione in continenti diversi.
Restando fedele ai fondamenti dello Yoga classico di Patanjali, Indra considerava lo Yoga come un’arte e una scienza di vita, da praticare sia per mantenere il corpo in salute che per migliorare la capacità di percepire il mondo esterno; unendo la dimensione contemplativa e meditativa a quella più legata al corpo, tramite la pratica delle asana.
Questa visione dello yoga più vicina alla versione classica di questa pratica millenaria è la chiave per introdurre la prima parola: connessione.
Connessione tra mente e corpo, tra consapevolezza e coscienza. La mente è la consapevolezza, il corpo è la coscienza. Lo yoga unisce questi due aspetti e li integra attraverso la pratica, che dovrà sempre essere orientata all’osservazione, evitando il giudizio.
La connessione mente-corpo crea consapevolezza di noi stessi in maniera profonda e ci permette di comprendere la nostra vera natura, creando così i presupposti di un agire diverso, più orientato alla realizzazione del proprio sé e più compassionevole anche verso gli altri.
Le donne hanno bisogno oggi più che mai di risvegliarsi e di prendere coscienza di chi sono davvero e qual è il loro scopo di vita, per mantenere la pace e l’equilibrio. Lo yoga è uno strumento potentissimo in questo senso. Inserirlo nella routine quotidiana può cambiare radicalmente la visione della propria vita.
Gabriella Cella
In Italia, una delle prime maestre di Yoga fu Gabriella Cella, ideatrice dello yoga ratna.
Si tratta di una pratica yoga che, oltre a rivisitare alcune posizioni dell’Hatha Yoga, utilizza anche lo Yoga Nidra, gli automassaggi, i mantra, i kriya (atti di purificazione) e le pratiche di Dharana e Dhyana (concentrazione e meditazione).
In questo stile di yoga non si contempla la competizione con gli altri e neanche con sé stessi; si sperimenta invece un senso di consapevolezza del proprio corpo e ci si concentra all’interno allo scopo di sentire l’energia che deriva dai simboli che ogni postura del corpo può svelare.
Geeta Iyengar
Un’altra importante maestra è stata Geeta Iyengar, che ha studiato gli effetti dello yoga sul corpo della donna in ogni fase della sua vita.
Anche in questo caso lo yoga è considerato come meditazione in azione, per arrivare allo sviluppo della consapevolezza: la mente viene allenata a stare nel momento presente.
Possiamo dire dunque che lo yoga per la donna è concepito soprattutto come una pratica di osservazione del proprio essere interiore, che aiuta a fare pace con il corpo ed entrare in connessione con la propria essenza.
La pratica dello yoga per buttare via ogni maschera
Quando si inizia a praticare yoga, per qualsiasi motivazione, e lo dico per esperienza, dopo poche lezioni smette di essere solo un’attività fisica e diventa un percorso di crescita. Accade qualcosa dentro che ti fa mettere in discussione molte delle certezze che hai.
Improvvisamente quella connessione che si crea con il corpo grazie al respiro e alle asana crea una discrepanza tra ciò che fai e ciò che sei davvero e inizi a vedere la tua vita in modo diverso.
Mentre respiri diventi consapevole del momento che stai vivendo e senti quanto poco basta per sentirsi felici, piene, vive.
Le barriere che dividono dagli altri si abbassano velocemente e vedi tutto con occhi diversi: accettando te stessa sei più propensa ad accettare l’altro, i tuoi limiti e i suoi limiti ci uniscono in un percorso di scoperta che continua anche oltre il tappetino.
L’ascolto interiore diventa un nuovo modo di vivere in connessione con noi stessi e la conoscenza che ne deriva ci rende più centrate e capaci di fare le scelte migliori per la nostra vita.
Questo è lo yoga: la vera conoscenza di noi stesse parte dal respiro, il rapporto nuovo che si crea con il nostro corpo arriva come una rivelazione che possiamo ricercare e ritrovare ogni volta che ne sentiamo la necessità.
Una pratica per riconnetterti con te stessa: la meditazione Antar mouna
La parola sanscrita mouna significa “silenzio”, e antar vuole dire “interno“, dunque si tratta di una pratica per creare il silenzio interiore.
Questa pratica ci libera dai blocchi creati dai pensieri e ci aiuta a sperimentare il ritiro della mente, fino ad arrivare agli stati di Dharana (concentrazione assoluta su un punto fisso) e Dhyana (distacco totale dalla realtà) ed eventualmente Samadhi (connessione con il tutti).
Ci sono sei livelli:
- Il primo livello riguarda le percezioni sensoriali esterne: gusto, olfatto, udito, tatto. Si prende consapevolezza di ciò che accade intorno a noi;
- Il secondo livello è quello delle percezioni interne: lasciamo fluire il pensiero spontaneo;
- Il terzo livello è quello della creazione consapevole del pensiero, scelgo consapevolmente il mio pensiero;
- Il quarto livello lavora su quel pensiero e lo migliora eliminando il superfluo;
- Il quinto livello è quello dell’assenza dei pensieri, siamo nella contemplazione, la mente è vigile ma vuota;
- Antar Mouna. Siamo ora nel silenzio interiore e prendiamo consapevolezza del simbolo psichico che emerge (un punto di luce, o altro).
Antar mouna è una pratica di consapevolezza che mette a conoscenza di chi la pratica dei propri processi mentali e mostra come metterli sotto il pieno controllo.
Conclusione
Grazie alle donne lo yoga si è diffuso e si sta diffondendo sempre di più in Occidente, poiché aiuta a percepire le proprie emozioni e consente di arrivare a uno stato di benessere duraturo.
Quando sperimenti questo stato, il desiderio che emergerà sarà quello di fare in modo che anche altri possano conoscerlo e sperimentarlo e questo è proprio il mio intento nello scrivere questo articolo.
Attraverso i passi compiuti dalle donne che hanno portato a noi questa pratica, possiamo contare su uno strumento prezioso che ci regala un nuovo modo di vedere la vita e di sentirci in piena sintonia con la nostra vera natura.
Letture consigliate
- Cella Al-Chamali, Gabriella(Autore)
- Cella Al-Chamali, Gabriella(Autore)
Ultimo aggiornamento 2024-11-28 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API